Che cos’è la nomofobia? E’ una vera e propria patologia detta anche “cellularomania” , ovvero la difficoltà di distaccarsi anche solo per qualche minuto dal proprio smartphone.
Nel peggiore dei casi pensate che certe persone arrivano a pensare di essere isolati dal mondo: non è fantascienza, purtroppo è una triste verità.
Nomofobia e Ansia
Tutte le persone affette da questi disturbi tendono a considerare lo smartphone come uno strumento per soddisfare bisogni di ordine affettivo-relazionale e come principale, se non quasi unico, dispositivo per comunicare con gli altri.
Secondo diversi studi pensate che ben 7 ragazzi su 10 , tra i 18 e i 29 anni, va a letto con il proprio cellulare, utilizzandolo prima di coricarsi e tenendolo sempre vicino a sé.
Oltre la metà delle persone che posseggono un telefonino tendono a manifestare stati di ansia quando la batteria è quasi esaurita o non c’è campo.
Secondo gli esperti , le persone tendono oramai a divenire un tutt’uno col proprio smartphone, in quanto lo smartphone stesso diventa un contenitore di ricordi, pensieri, momenti, in pratica una vera e propria dipendenza.
Secondo uno studio pubblicato su “Cyberpsychology” , si sta diffondendo sempre di più la paura di non essere raggiungibili creando una situazione di ansia incredibilmente difficile da gestire.
Anche il Fisico ne risente
Non solo la mente, ma anche il fisico ne risente
Oltre alla mente anche il fisico può risentire della dipendenza da cellulare: alcuni esempi possono essere la cervicale dolorante e la schiena intorpidita.
Questi primi sintomi fanno parte della sindrome detta “TextNeck”, un problema posturale dovuto dalla dipendenza da smartphone: guardare in continuazione lo schermo.
Diciamo che queste nuove patologie stanno iniziando a riempire le sale d’attesa dei fisioterapisti e posturologi.
Ci sarebbe infatti un numero in crescita di pazienti giovani che registrano dolori dovuti ad ernie del disco o allineamento vertebrale del rachide.
Il problema è che è difficile tenere il cellulare all’altezza degli occhi e tutti tendiamo a mantenere lo sguardo basso, fisso sullo schermo, aumentando la curvatura cifotica e il peso sul collo.
Un’altra patologia che sta aumentando a dismisura è la tendinite al polso, sempre derivata dall’uso eccessivo dei telefonini: tenere infatti per tanto tempo lo smartphone in mano può provocare infiammazioni al polso.
Nel reggere il cellulare si rischia difatti di sottoporre i tendini ad eccessive sollecitazioni causandone l’infiammazione.
La tendinite non è l’ultimo problema ed è sicuramente minore rispetto all’abbassamento della vista.
La cosa peggiore è quella di utilizzare lo smartphone di notte, magari a letto e al buio della stanza prima di addormentarvi: già gli occhi saranno stanchi dalla giornata e la luce blu dello schermo potrebbe portare a diverse complicazioni.
La luce blu ha infatti una lunghezza d’onda corta e quindi una maggiore frequenza ed energia. Questa può provocare irritazioni ed arrossamentidegli occhi, secchezza, bruciore, affaticamento, visione offuscata, mal di testa e addirittura disturbi del sonno.
Infine l’ultima patologia decisamente rilevante è la sindrome da “pollice da smartphone”, ovvero dei dolori alla base del pollice causati dal ripetuto utilizzo del dito per comporre messaggi, e-mail, text o semplicemente navigare sulle pagine di internet tramite lo strisciamento sullo schermo.
Attualmente questa patologia è presa in esame dagli studiosi della Mayo Clinic USA. Questi ricercatori temono che la nuova malattia aumenterà drasticamente nel tempo per l’uso sempre più sfrenato di smartphone e tablet di nuova generazione, portando addirittura a fenomeni di osteoartrite.
Purtroppo il tutto è causato dall’utilizzo anomalo e forzato dei pollici che giorno dopo giorno causeranno non pochi problemi di artrosi.